venerdì 21 marzo 2008

E NOI SEMPRE E SOLO LI A GUARDARE!!!!!





RWANDA SOMALIA


TIBET BIRMANIA

Questi sono stati nel tempo recente i fatti più significativi, credo, che sono avvenuti in campo internazionale dal punto di vista socio -politico. Genti oppresse o genti schiacciate, persone mutilate, morti, sangue, violenze di ogni tipo, gente che lotta per il proprio diritto a esistere come comunità, che rifiutano di farsi schiacciare dagli oppressori, o più semplicemente gente vittima della follia di conquista, dell'egoismo, dell'odio razziale e culturale; morte e sofferenza comunque senza freni.
E noi? dove sta l'opulento e autocompiaciuto occidente? dove stanno i pacifisti? dove stanno le grandi organizzazioni internazionali? dove stanno i capi che governano il mondo? vorrei proprio sapere dove sta tutta questa gente che parla e straparla sulle cose inutili ma che nei momenti essenziali latita peggio dei mafiosi. Qualcuno sa spiegarmi a cosa servono le nazioni unite? a me sembrano solo un gran carrozzone di burocrati dalle mani lunghe e di papponi, più attenti a far ciascuno i propri interessi che a cercar di dare davvero al mondo un equilibrio almeno per quel che concerne gli aspetti essenziali dell'umanità. Ma lo sappiamo: un conto sono i paesi con risorse, i paesi ricchi, i paesi sotto l'influenza di paesi importanti o con diritto di veto; un' altro sono i popoli povere, le comunità rurali, le popolazioni africane, cosa vuoi che ce ne possa fregare a noi magnifica ONU se quattro poveracci vengono sterminati o si ammazzano fra loro?!....noi non possiamo intervenire, diamogli giusto un paio di caschi blu e un po' di eccedenze o scarti della nostra produzione alimentare! In fondo se dessimo a tutti la libertà o se tutti potessero far valere i diritti che noi gli riconosciamo sai quanti dovremmo scontentare!
Bravo occidente bravo, sei li che ti crogioli al sole, vivendo sulle spalle delle altre comunità umane da secoli, fai finta di portar l'ordine e la giustizia fondamentale a tutti, metti su una organizzazione che è una babele e un carrozzone costosissimo a questo scopo, e poi? te ne stai li? sulla poltrona? a guardar i tuoi fratelli che crepano come animali, a veder gente coraggiosa che ha ancora coraggio per rischiare e lottare contro chi cerca di annientarli, o magari a rivedere i film della storia ripercorrere il tempo presente, con l'odio fra le genti dello stesso paese, la colpa del quale occidente è anche tua che li hai sfruttati e sradicati dalla loro civiltà tradizionale, che li hai corrotti col denaro e le promesse, che li hai obbligati a viver insieme nella miseria, che li hai schiavizzati, e ora occidente tu stai li a guardare con la tua falsa aria triste che si ammazzano come cani dopo che tu hai inserito in loro il germe dell'odio, dopo che tu li hai costretti e spinti ad ammazzarsi, vendendogli le armi, sfruttando le risorse. E se non hanno risorse occidente? beh che si ammazzino pure farò un discorso di solidarietà così tanto per proforma. E poi non vorrai mica che mi faccia qualche nemico no? magari la cina!
Povero occidente senza dignità e senza onore, troppo sei stato corrotto dal finto benessere a dall'anomalo quieto vivere atrio del servilismo! Dove son finiti quelli che eran disposti a rischiare, dove son finiti gli eroi veri? solo nei film oramai, perchè oggigiorno un eroe se non è straordinario e con 1000 superpoteri, non è nemmeno tale, non esiste che noi povera società di gente comune, con le nostre idee, il nostro impegno, la nostra volontà di migliorare e di aiutare, possiamo cambiare il volto di questo mondo! Lasciamo che lo facciano gli altri, vabbeh magari na manifestazioncina così per tener a posto la coscienza, e chi viene viene!
In fin dei conti non sono mica affari miei io penso per me.
Bravo!!!!

lunedì 17 marzo 2008

MA CHI VUOLE QUESTA GLOBALIZZAZIONE?

Inserisco per divertimento un paio di video interessanti da guardar con calma dato che siamo sulle 3 ore complessivamente.
Il primo è di David Icke il secondo un estrapolato dalla trasmissione anno zero del 6/3/08, precisamente alcune dichiarazioni di Giulio Tremonti. I video sono facilmente reperibili su internet io mi limito a correlarli e voi a guardarli e capir quel che volete capirci.
Buona visione



Discorso di David Icke: "la piramide della cospirazione globale" parte prima e seconda (reperibili su google video anche separatamente per chi proprio non ce la fa a reggere 2h56')





Estrapolato anno zero parte 1



Estrapolato anno zero parte 2

sabato 8 marzo 2008

Perché il crac: la funzione delle tre curve di LaRouche

Tratto da: www.movisol.org

Una delle tesi più caratteristiche dell’economista americano Lyndon LaRouche a proposito della crisi finanziaria attuale è che essa non può essere risolta nell’ambito delle regole del sistema perché all’origine della crisi c’è una contraddizione di fondo del sistema stesso. Si tratta della convivenza simbiotica di due “filosofie” antitetiche. Una è la filosofia monetarista, il parassita, e l’altra è quella dello sviluppo dell’economia reale, l’organismo portatore. Questa seconda filosofia è quella che ad esempio è prevalsa negli anni della ricostruzione. Da circa un trentennio, invece, si afferma sempre di più la prima.
La convivenza non può protrarsi in eterno perché al fondo c’è un conflitto insanabile che presto o tardi entrerà in una fase risolutrice.

Il recente sopravvento della filosofia monetarista genera il collasso delle strutture produttive in un processo illustrato da Lyndon LaRouche con una funzione complessa composta di tre curve, le tre componenti dell’economia che interagiscono strettamente tra loro (Figura 1).

Sebbene il grafico presentato da LaRouche non sia costruito direttamente su dati empirici, diversi studi condotti dalla rivista EIR rilevano le frequenti corrispondenze e similitudini nelle economie nazionali o regionali con questa funzione paradigmatica.

La curva inferiore descrive le componenti fisiche di un’economia: infrastrutture e miglioramenti di diversa natura del sistema produttivo; comprende anche il territorio agricolo, industriale e gli spazi urbani; comprende inoltre componenti non strettamente “fisiche” ma comunque essenziali all’attività produttiva, soprattutto sanità e istruzione, che sono altrettanto indispensabili degli oggetti fisici e di consumo. Non vi si contemplano invece tante altre attività, che vanno dall’inutile al dannoso: traffici illeciti come quello degli stupefacenti, speculazione finanziaria di vario tipo, molti “servizi", ecc., anche se queste voci possono finire per essere iscritte al PIL.

La curva di mezzo descrive la crescita monetaria. Approssimativamente corrisponde a ciò che economisti e banchieri chiamano M3.

La curva superiore rappresenta l’andamento degli aggregati finanziari. Comprende ogni forma di “titoli” - derivati, debiti, azioni e obbligazioni.

Questi titoli “accampano pretese", hanno delle scadenze di pagamento che debbono essere soddisfatte, sebbene molti di essi, come nel caso ovvio della speculazione pura, non abbiano alcuna corrispondenza con la produzione reale e meriterebbero di essere considerati illegittimi. Occorre provvedere a queste “pretese", o titoli, perché sono legittimati dalle “regole del gioco", le quali però non si premurano in alcun modo di stabilire una corrispondenza tra titoli e realtà fisica della produzione. Per garantire che quei titoli siano onorati, i governi e le banche sono costretti ad evitare le insolvenze con i rifinanziamenti, aumentare cioè la liquidità generale del sistema, gli aggregati monetari della seconda curva del grafico. Ma quei pagamenti finiranno sempre per essere sottratti al settore produttivo dell’economia reale - dove viene prodotta la ricchezza dalla quale dipende in ultima analisi ogni attività finanziaria. L’andamento di questo settore, descritto dalla terza curva, declina verso il basso in corrispondenza di un restringimento sistematico della produzione, giacché il capitale che dovrebbe essere investito nella sua espansione, e anche al suo semplice mantenimento, finisce per essere sottratto a questa priorità per far fronte alle scadenze dell’apparato speculativo finanziario.

L’esempio più ovvio ed elementare è la sottrazione dei capitali alle manutenzioni industriali per ascriverli ai profitti, facendo apparire l’impresa “più redditizia” proprio in corrispondenza di una perdita di capacità produttiva. Lungi dall’essere un espediente marginale, questo è il senso della politica che passa sotto il nome di “deregolamentazione".

Nell’economia mondiale, il dirottamento verso la sfera finanziaria dei capitali che invece dovrebbero alimentare l’economia reale è il succo della politica del FMI, che con le sue condizioni, impone di sacrificare sistematicamente il potenziale produttivo di un paese dando precedenza assoluta e indiscutibile alla sua immediata “solvibilità finanziaria". I prestiti del Fondo hanno il solo scopo di lubrificare il processo per evitare shock dalle conseguenze imprevedibili.

Il fattore da notare è come la curva superiore sia governata dalla logica del “profitto a prescindere dalla produzione", che assume sempre più una vita propria, sfonda gli argini delle regolamentazioni e diventa sempre meno controllabile. Si tratta di un aspetto che dovrebbe risultare particolarmente evidente oggi, quando i governatori delle banche centrali non hanno altra scelta se non continuare ad alimentare la seconda curva per impedire il collasso della superiore (a diretto discapito della inferiore). Ad ogni sussurro di rialzo dei tassi d’interesse o di rastrellamento di liquidità in eccesso corrispondono tremori che scuotono le fondamenta dei mercati mondiali.

In termini algebrici, l’andamento iperbolico delle tre curve interrelate comporta chiaramente un limite oltre il quale quel processo non può andare, dove le curve schizzano verso l’alto e il basso.

In termini reali, man mano che si approssima tale condizione limite, si verificano i grandi shock iniziati con la crisi dei mercati asiatici e moltiplicatisi nella crisi dei GKO, nelle crisi dell’Argentina e del Brasile, nel crollo della New Economy, e sfociati nel crescendo parossistico dei “crac” e “quasi crac” sempre più difficili da “pilotare e gestire".

L’unico intervento per gestire questa crisi, che ormai si protrae da quasi un decennio, è l’immissione di nuovo capitale a cui sono preposte le banche centrali. Salvando però le imprese sull’immediato, la liquidità che si accumula produce problemi insormontabili, sull’esempio dell’iperinflazione che travolse la repubblica di Weimar in Germania, nel 1923. Lo stesso processo si sta oggi ripresentando, ma assumendo una dimensione planetaria, in cui non si vede la possibilità di “salvataggi dall’esterno", come invece fu allora possibile.

Continuando a rifinanziare le bolle del sistema, gli aggregati monetari finiscono per aumentare molto più rapidamente degli stessi aggregati finanziari, come è successo nel periodo successivo al 1999. Si arriva ad un punto in cui il grafico di LaRouche presenta una situazione particolare, rappresentata nella Figura 2.

La seconda curva, quella degli aggregati monetari, interseca la prima, quella degli aggregati finanziari, superandola nel tasso di accelerazione. Questo significa che ogni volta il volume di liquidità necessario a salvare il sistema è persino maggiore di tutto il volume della bolla dei titoli da salvare!
Questo caso speciale fu introdotto da LaRouche per spiegare gli effetti della politica iperinflazionistica che fu decisa tra il 1997 ed il 1998. Nello stesso periodo egli lanciò la campagna per un ritorno al sistema di Bretton Woods.
I suoi moniti non furono ascoltati e verso la fine del 1998 si ebbe la crisi delle “piramidi finanziarie” in Russia e del grande fondo LTCM. Anche in questo caso la Federal Reserve e la City di Londra ripiegarono sulla politica dei rifinanziamenti a tutti i costi, aumentando l’emissione monetaria.
Le banche centrali tornarono nuovamente a premere l’acceleratore delle emissioni iperinflative per rispondere alle crisi del Brasile e dell’Argentina del 1999, e successivamente nei preparativi al fatidico scadere del 1999, in vista di una temuta catastrofe del Y2K, una scusa servita ad alimentare l’impennata di borsa dei titoli Nasdaq.
Nella Figura 3 sono riportate insieme alcune delle componenti essenziali dell’economia USA che corrispondono almeno in parte alle tre componenti della funzione di LaRouche.

Per porre in rilievo l’andamento successivo al 1996, le componenti sono state indicizzate a questa data. I dati riguardano solo l’economia americana ma sono paradigmatici per tutta l’economia mondiale: sono rappresentati il debito totale (pubblico, delle imprese e dei privati) e l’offerta monetaria (fonte: Ferderal Reserve Flow of Funds), l’occupazione manifatturiera (Fonte: US Department of Labor) e i profitti delle imprese (Fonte: Federal Reserve).
Dall’andamento dei dati reali è evidente il punto in cui l’accelerazione dell’offerta monetaria diventa superiore a quella degli stessi aggregati finanziari, come illustrato da LaRouche nel caso particolare del suo grafico ideale. (Figura 2).

È interessante inoltre notare il rapido calo dei profitti delle imprese. Queste non sono più in grado di far fronte al servizio sul debito e sono costrette, a causa della diminuzione delle entrate, anche a chiudere l’attività, non importa quando denaro la Fed di Greenspan metta a loro disposizione.

Sezione feed di pressante.com

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